Presidente Carlo Sangalli

Il 18 Forum Internazionale di Confcommercio,  la Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo che rappresenta le  imprese  (circa 700.000 qui associate) impegnate nel commercio, nel turismo e nei servizi (settore terziario) , ha avuto luogo a Cernobbio, lo scorso 31 marzo e 1 aprile.

Si è discusso su temi  molto vari tra cui quelli su banche, artigianato, lavoro, crisi, Europa, Trump, importazione e turismo con interventi da vari “protagonisti” della scena politica ed economica : Alessandro Plateroti (vice direttore de Il Sole 24 Ore), Vittorio Grilli (chairman di JP Morgan Corporate & Investment Bank EMEA), Alessandro Carpinella (partner di KPMC Corporate Finance), Bernhard Sagmeister (presidente dell’Associazione Europea degli Organismi di Garanzia), Stefano Barrese (responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo), Paolo Ferrè (incaricato per il Credito della Confcommercio Imprese per l’Italia), Mariano Bella (direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio – Imprese per l’Italia), Enrico Letta (Direttore della Scuola di Affari Internazionali Università Sciences Po di Parigi), Gerard Lyons (economista e saggista), Gennaro Sangiuliano (vice direttore del TG1, Rai – Radiotelevisione Italiana), Enrico Letta (direttore della Scuola di Affari Internazionali dell’Università Sciences Po di Parigi), Lucio Caracciolo (direttore della Rivista di Geopolitica Limes), Antonio Tajani (presidente del Parlamento Europeo, Ppe-de), Bruno Vespa (giornalista), Carlo Sangalli (presidente della Confcommercio e di Rete Imprese Italia) .

L’arrivo di Gentiloni

In chiusura il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni ha fatto un discorso, e ha promesso di accelerare le riforme e di fare il meglio per fare riacquistare fiducia al Paese un po’ “scoraggiato” dai vari trascorsi, ribadendo l’importanza di libertà economica, senza la quale non ci sarebbe crescita (dice).

Ma non scenderò nei dettagli delle parole “politically correct” piuttosto, da grande ottimista, voglio sperare che la nostra bella Italia, possa contare su qualche segnale positivo, come documentato da ConfCommercio , legato al turismo, specialmente per i piccoli borghi e le località in collina, dove la qualità di vita è segno di salute e riflette un’immagine molto buona del Paese. Luoghi dunque non d’arte, mentre all’estero l’arte ha dato riscontri ottimi come a Bilbao che ha investito nel progetto Guggenheim.  Altro segnale positivo da noi la permanenza media in (lieve) recupero (n. giorni per turista straniero) e basta pensare che un incremento di un decimo di punto della permanenza media vale 600 milioni di euro! Cosa fare per far crescere questa tendenza?

Occorre forza e impegno da parte di tutti noi nella valorizzazione dei nostri luoghi. La politica va fatta anche nei gesti quotidiani, amando e rispettando la nostra terra, regalando a noi e al turista un’esperienza magica. Dobbiamo educarci di più nell’accoglienza, offrire qualità ed essere riconoscenti e non vogliamo che città come Venezia, firenze, Roma, città d’arte per eccellenza  perdano il loro splendore.

Ai più”potenti”, ai politici di professione,  lasciamo la costruzione del ” DEC” (Documento Economico di Crescita), delle riforme e della stabilità a noi  resta “crederci” e vedendo il Lago di Como brillare è più facile.

 

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